Nella malaugurata eventualità che un autoveicolo investa un pedone, il codice stradale impone che la colpa, all’inizio del processo, sia interamente da attribuirsi al conducente. Il pedone, in virtù anche dei gravi pericoli a cui è esposto nelle sue quotidiane camminate e dei danni spesso letali che può subire a seguito dell’impatto con un’automobile, è considerato a priori vittima di un qualsivoglia comportamento illegale e noncurante da parte del guidatore. Quest’ultimo, partendo da questi presupposti, può in seguito tentare di dimostrare la propria parziale o totale innocenza nel corso del processo: spesso con scarsi risultati.
Progressi legislativi per la tutela del pedone
Dal 2016, in Italia, un’iniziativa popolare ha ottenuto che venisse promulgata una legge secondo la quale investire un pedone causandone il decesso costituisce reato di omicidio stradale. Questo reato prevede pene più severe per il conducente, con l’obiettivo di risvegliare le coscienze degli automobilisti ed esortarli ad una guida sempre più accorta e prudente. I dati relativi agli incidenti stradali in cui sono coinvolti pedoni sono sempre più allarmanti, ed è giusto che chi sbaglia paghi, in particolare quando un errore comporta conseguenze gravi come il decesso o gravi lesioni permanenti per la vittima.
Ma come deve comportarsi un pedone per tutelare la propria sicurezza?
L’articolo 1900 del Codice della Strada impone ai pedoni di attraversare la carreggiata servendosi delle apposite strisce pedonali, dei soprappassaggi e dei sottopassaggi, camminando a una distanza da essi di massimo 100 metri. Inoltre, è obbligatorio per gli utenti deboli della strada effettuare l’attraversamento in senso perpendicolare alla carreggiata, in modo tale da percorrere il minor tratto possibile in mezzo ad essa. Qualora il pedone rispetti tutte le condizioni imposte dalla legge per attraversare, al conducente non rimane alcun espediente per difendersi in tribunale.
Non sempre, però, il pedone rispetta le regole…
Il fatto che le conseguenze più gravi si verifichino ai danni del pedone non sempre è sinonimo di innocenza di quest’ultimo. Spesso infatti risulta estremamente difficile anche per l’automobilista più vigile sottrarsi al pericolo di collidere contro una persona che si appresta ad attraversare o che procede a piedi in prossimità della carreggiata. Non serve essere eccezionali osservatori per rendersi conto di comportamenti sconsiderati e imprudenti anche da parte dei pedoni, che per distrazione, fretta o negligenza agiscono in maniera tale da mettere a repentaglio la propria vita e quella degli automobilisti.
Una nuova generazione di pedoni: gli smombies
Con l’avvento della telefonia mobile e in particolare con l’invenzione degli smartphone, il pedone è sempre più frequentemente distratto dall’utilizzo del proprio cellulare, al quale rivolge tutta la propria attenzione a discapito di un’attenta e vigile valutazione dei pericoli che potrebbero sopraggiungere camminando per strada. Gli smombies sono appunto quei pedoni che, completamente assorti nello schermo del proprio smartphone, si aggirano come zombie in prossimità di carreggiate e incroci, rappresentando una concreta minaccia per se stessi e per i conducenti, anche i più accorti.
Il pedone non ha sempre ragione
È corretto affermare, quindi, che non tutti i casi di incidenti che coinvolgono il pedone vedono quest’ultimo come una vittima di una condotta avventata o illegale del conducente. Vi sono situazioni in cui la colpa del malaugurato evento può essere ricondotta a comportamenti scorretti sia da parte dell’automobilista che da parte del pedone, o persino interamente del pedone, come dimostrano due sentenze giudiziarie relative a fatti realmente accaduti sulle strade Italiane:
– Una sentenza del 7 Giugno 2019 del Tribunale di Trieste ha stabilito che una donna investita mentre attraversava la strada si assumesse l’80% della colpa perché intenta a parlare al cellulare.
– Una sentenza della Corte d’appello di Milano dell’11 Giugno 2019 ha attribuito la responsabilità esclusiva a due pedoni investiti mentre attraversavano la strada di notte, sotto la pioggia, con abiti scuri.
La precedenza è un diritto, non un una certezza…
Alla base dei comportamenti pericolosi e negligenti dei pedoni sicuramente può essere individuata un’eccessiva sicurezza nei confronti della capacità del conducente di frenare in tempo per evitare l’impatto e una presunzione nociva da parte del pedone di avere ragione assoluta e incondizionata in caso di incidente. Una guida attenta e sicura è fondamentale per ridurre le possibilità di danneggiare gravemente gli utenti più deboli della strada, ma non è sufficiente.
La prevenzione parte dal pedone
Un comportamento sicuro e rispettoso del Codice della Strada anche da parte del pedone è fondamentale per garantire la sicurezza stradale. Un pedone attento, vigile e consapevole è la prima forma di prevenzione. Il comune di Sassari, a tal proposito, ha multato più di 100 pedoni per aver utilizzato il proprio smartphone in prossimità di incroci stradali.